Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Cobas - USB: preoccupazione per la situazione in Toscana

cartinaCi rivolgiamo ai referenti istituzionali in indirizzo, ai lavoratori del ciclo idrico integrato, alle associazioni dei consumatori, alle associazioni laiche e religiose, alle organizzazioni sindacali, ai partiti  e a tutti coloro che hanno a cuore la tutela dell’acqua come bene comune  e il rispetto della democrazia,  per segnalare  la notizia, della creazione di una società accorpata per la gestione dei servizi di ingegneria e altri servizi fondamentali ad alto contenuto tecnologico, parte integrante del ciclo idrico integrato.

Rivolgiamo questo appello per esprimere la grandissima preoccupazione che nutriamo per il contenuto delle esternazioni dei Gestori che disegnano la formazione di questa nuova compagine societaria, a fronte della totale mancanza di trasparenza sui contenuti del progetto, considerato tuttavia già acquisito, e della completa assenza di un piano industriale.

Ma soprattutto non possiamo che dirci contrari ad un percorso decisionale attuato all’insaputa degli attori principali coinvolti, lavoratori, enti locali proprietari del servizio e cittadini, che saranno, nelle attuali intenzioni, chiamati esclusivamente a ratificare decisioni già prese.

 

L’incertezza del quadro normativo nazionale, che vede in primo luogo

  • le scadenze imposte dall’Art. 15 Legge 166/2009 (Legge Ronchi), contro il quale la Regione Toscana ha attivato un ricorso presso la Corte Costituzionale, di cui si attendono gli esiti
  • le scadenze imposte dalla legge 42/2010, che dispone la soppressione delle Autorità di Ambito entro il marzo 2011, mentre non è ancora definito a quale soggetto verranno trasferite le competenze
  • la necessaria e desiderata consultazione referendaria sull’acqua che, dopo la raccolta di 1.400.000 firme a sostegno della ripubblicizzazione dell’acqua, di cui oltre 107.000 toscane, chiamerà i cittadini italiani ad esprimersi sull’attuale assetto normativo

non può che indicare come sospetta un’operazione estremamente affrettata, affidata alle decisioni dei consigli di amministrazione delle società, e quindi al socio privato cui i patti di governance assegnano la direzione, piuttosto che alle rappresentanze elettive.

Ricordiamo poi che in altre occasioni, fine 2007-inizio 2008, diversi Consigli Comunali del territorio regionale, tra questi quello di Firenze, hanno espresso contrarietà alle proposte di delibera sull’accorpamento degli ATO 2,3 e 6, in ragione del timore fondato che si realizzassero processi di privatizzazione del servizio idrico, governati da quello stesso “cartello”  Acea-Suez ,  condannato dall’Antitrust proprio per aver condizionato le gare d’appalto per la gestione del servizio idrico.

L’eventuale accorpamento delle ingegnerie si pone pertanto come una forzatura indirizzata alla definizione di un modello di gestione del servizio idrico, sicuramente rispondente all’interesse del partner privato, tuttavia mai discusso nei Consigli Comunali e probabilmente da alcuni non condiviso, considerate le numerose delibere di modifica degli statuti comunali che hanno introdotto il principio che “l’acqua è un bene comune privo di rilevanza economica”.

Richiamiamo inoltre i contenuti delle convenzioni di affidamento in capo ai 3 Gestori che prevedono il divieto di cessione/sub concessione anche parziale e l’evidente illegittimità di un eventuale subentro di soggetti terzi nel servizio oggetto delle diverse, e specifiche per ciascun ambito, convenzioni di affidamento. Precisiamo, tra l’altro, che tra le attività citate figurano i servizi di progettazione, laboratori e telecontrollo , sicuramente identificabili come funzioni fondamentali inerenti la programmazione e il controllo del servizio.

In particolare, la progettazione degli investimenti in capo ad una super-società  governata dal privato con quote di partecipazioni superiori al 40%, sarà sicuramente capace di soddisfare appetiti finanziari, ma altrettanto sicuramente vedrà estremamente indebolita la possibilità per i territori di esercitare funzioni di indirizzo e controllo.

Richiamando la necessità di una gestione interamente pubblica dell’acqua, che riteniamo la sola capace di garantire una vera democrazia dell’acqua, sottratta agli interessi del profitto, e al servizio dei cittadini per la tutela di un bene indispensabile alla vita,  esprimiamo infine estrema preoccupazione per il futuro dei lavoratori del servizio idrico che negli ultimi 10 anni hanno subito decine di trasferimenti e cessioni e rischiano di trovarsi, a fronte di operazioni tutt’altro che trasparenti, fuori dal ciclo idrico integrato.

Da sempre sosteniamo che le operazioni di esternalizzazione dei servizi, lungi dal rappresentare modelli di efficienza, determinano diseconomicità  e aumento dei costi di gestione e costituiscono una pericolosa incognita per i lavoratori in termini di tutela dei diritti del lavoro.

Le presunte sinergie attuate dal modello misto pubblico-privato, che hanno disegnato in realtà una babele di consigli di amministrazione, di cui il partner privato ha assunto piano piano controllo e direzione, stanno forse partorendo l’ennesimo consiglio d’amministrazione per consegnare la gestione del servizio idrico regionale nelle mani di Acea-Suez-Caltagirone?

Rivolgiamo un appello affinché l’operazione preventivata sia fermata e la discussione sul futuro della gestione dell’acqua sia riportata, anche in Toscana, all’interno dei Consigli Comunali e di tutti gli organi veramente rappresentativi del territorio e della sua popolazione.

Ci rendiamo disponibili da subito ad un confronto ampio e aperto su questa tematica di vitale importanza non solo per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, da sempre impegnati per garantire il servizio, ma per tutta la cittadinanza e per un futuro di tutela del diritto all’acqua.

Delegati RSU Cobas - USB

Acque SpA – Fiora SpA – Publiacqua SpA

volantino Acqua pubblica2018