Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Il Consiglio Popolare dell'Acqua: Sindaca Raggi convochi subito un Consiglio Comunale aperto su ACEA

banner06B-consiglio-popolare-acqua 8-4-17Il Consiglio Popolare dell'Acqua e della Democrazia svolto sabato 8 aprile presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio ha visto una grande partecipazione di comitati, Sindaci, Amministratori Locali provenienti dalla Campania e dal Lazio, e di lavoratori dalla Toscana.

I diversi interventi che si sono succeduti, accomunati dalla consapevolezza che l'attuale gestione di ACEA sia volta alla massimizzazione dei profitti piuttosto che alla garanzia di servizi essenziali come l'acqua, ne hanno denunciato i nefasti effetti sui territori e hanno condiviso la necessità di un'immediata inversione di rotta rispetto alla strategia aziendale.
Non è, infatti, più differibile lo stop al processo di continua espansione di ACEA nel Centro-Sud Italia che assume i tratti di una vera e propria "colonizzazione", portata avanti negli anni mediante diversi strumenti, tra cui la piattaforma di gestione accentrata delle funzioni aziendali cosiddetta ACEA 2.0, che aliena il rapporto vivo tra gli operatori ACEA sul campo e i rispettivi territori.
Al contrario nel corso dell'assemblea è stato presentato un approfondito studio su ACEA ATO 2 S.p.A. da cui emerge la logica predatrice della casa madre ACEA e la prospettiva di una situazione debitoria non sostenibile, nel giro di qualche anno, indicando la possibilità di uscire da questo circolo vizioso attraverso la ripubblicizzazione della partecipata.
Per queste ragioni prima dell'inizio dell'assemblea in Piazza del Campidoglio è stato realizzato un flash mob, il "risiko dell'acqua", che ha illustrato le dinamiche di colonizzazione di cui è protagonista ACEA.

Purtroppo, ancora una volta si è resa evidente l'assenza di un rappresentante della Giunta e della Sindaca che ha solo provveduto a delegare un consigliere comunale a rappresentare l'Amministrazione capitolina.
Tale assenza è stata fortemente denunciata in quanto manifesta la scarsa attenzione alle istanze dei comitati, degli altri Amministratori e dei lavoratori e lavoratrici.

Per queste ragioni è emersa con forza la richiesta alla Sindaca Raggi di convocare entro Aprile un Consiglio Comunale aperto su ACEA in cui poter affrontare e discutere il tema delicato del mandato che l'Amministrazione affiderà ai nuovi vertici dell'azienda.

E' evidente che senza un mandato chiaro a favore di una moratoria dei processi di fusione e di nuove acquisizioni, dello STOP alla piattaforma ACEA 2.0, della ripubblicizzazione immediata di ACEA ATO 2 S.p.A., della dismissione da parte di ACEA di tutte le partecipazioni esterne, del disimpegno di ACEA sul fronte dell'incenerimento dei rifiuti e nel settore dell'energia, i nomi indicati dal Comune di Roma alla sostituzione dei ruoli apicali di ACEA risultano molto preoccupanti in quanto, sulla base dei loro curricula, non emerge alcuna discontinuità e alterità rispetto ai progetti di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.

Il Consiglio Comunale aperto sarebbe l'occasione per avviare finalmente un confronto tra Amministrazione romana, amministrazioni di altri territori, comitati e lavoratori sul futuro di ACEA.

A questo scopo è stata anche reiterata la richiesta d'immediata calendarizzazione della mozione depositata nell'autunno scorso dalla maggioranza 5S in cui si riprendono tutte le rivendicazioni sopra citate e si chiede alla Sindaca di assumere impegni precisi.
Nella stessa direzione va la richiesta di avvio di un confronto sullo studio di fattibilità della ripubblicizzazione di ACEA ATO 2 S.p.A. presentato al convegno “Acqua pubblica e partecipata: utopia possibile” promosso dal M5S del 20 Marzo.

Vogliamo anche denunciare il fatto che il Rialto, dove ha sede il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, è di nuovo a rischio sgombero. Infatti, ci è arrivata notizia che nei prossimi giorni sarebbe previsto lo sgombero delle realtà sociali presenti nello stabile di Via S. Ambrogio. Sarebbe un fatto gravissimo, anche perchè appare come una reazione stizzita rispetto alla grande partecipazione al Consiglio Popolare dell'Acqua e della Democrazia. E', inoltre, evidente che si tratterebbe di un segnale chiaro rispetto al fatto che la logica con cui si muove l'Amministrazione è perfetta continuità con il passato, ovvero quella di eliminare ogni voce di dissenso e di cedere i beni comuni alla valorizzazione economica.

Il momento di agire è adesso.

La mancanza di una scelta di campo chiara lascia spazio a chi i fili li sa muovere e certamente non a favore della collettività.
Non agire rapidamente e raccogliere la richiesta di confronto emersa dal Consiglio Popolare significa essere sordi alle istanze popolari, pensare di poter proseguire nella pericolosa strada dell'autosufficienza e rischia di far diventare la maggioranza 5S complice della politica di privatizzazione dell'acqua che ACEA sta portando avanti.

Comitati, amministratori e lavoratori sono in campo e intendono giocare fino in fondo la partita.

Con chi si schiera la Sindaca e la Giunta 5S, con l'acqua pubblica o con i poteri forti?

12 Aprile 2017.

Rete Civica ATO 3 Campania, Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone, Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Rete per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA, USB Publiacqua, Decide Roma, Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio, Comitato Acqua Bene Comune Valle dell’Aniene, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Guarda i video e le foto dell'iniziativa

 

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Roma 8/4 - Consiglio popolare dell'Acqua e della Democrazia

 

Sabato 8 Aprile dalle 10.30 alle 14.00, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, si svolgerà il secondo Consiglio Popolare dell'Acqua e della Democrazia, un momento assembleare di confronto tra comitati per l'acqua, realtà sociali e amministratori sul futuro di ACEA.

ACEA, infatti, è una delle protagoniste del grande “risiko” dei servizi pubblici locali, avendo perso da tempo la sua dimensione di azienda locale a servizio della città di Roma per assurgere al ruolo di multiutility di rilevanza internazionale che opera esattamente con le stesse avide logiche mercatiste e finanziarie proprie di qualsiasi società privata.
Una strategia che ACEA sta perseguendo con l'obiettivo di rafforzare la propria influenza su tutte le sue partecipate del Centro-Sud Italia, rendendosi responsabile di migliaia di distacchi idrici e di veri processi di "colonizzazione", anche attraverso la piattaforma di gestione accentrata delle funzioni aziendali cosiddettaACEA 2.0.

Dinanzi a tutto ciò intendiamo avviare un confronto con l’Amministrazione Capitolina, invitando ad intervenire la Sindaca Raggi, e con altri Amministratori Locali dei territori soggetti ad ACEA per bloccare questo nefasto progetto imprimendo un cambio di rotta deciso alle politiche aziendali al fine di restituire un ruolo centrale agli stessi Enti Locali, a partire dalla città di Roma.

Il cambio di passo non può che passare attraverso: la sostituzione dei vertici di ACEA S.p.A., la moratoria dei processi di fusione e di nuove acquisizioni, lo STOP alla piattaforma ACEA 2.0, la ripubblicizzazione immediata di ACEA ATO 2 S.p.A., la dismissione da parte di ACEA di tutte le partecipazioni esterne, il disimpegno di ACEA sul fronte dell'incenerimento dei rifiuti e nel settore dell'energia.

Ci teniamo anche a sottolineare che i nomi dei candidati dal Comune di Roma alla sostituzione dei ruoli apicali di ACEA, apparsi in questi giorni su diversi quotidiani, non segnalano alcuna discontinuità e alterità rispetto ai progetti di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua.

Per questo invitiamo a partecipare dalle ore 10.00 al "risiko dell'acqua" in Piazza del Campidoglio. Attraverso il gioco cercheremo di illustrare le dinamiche di colonizzazione messe in campo da ACEA nel Centro-Sud Italia.

AI Consiglio Popolare dell'Acqua e della Democrazia interverranno: 
rappresentanti della Rete Civica ATO 3 Campania, del Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone, del Coordinamento Romano Acqua Pubblica, della Rete per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA, di USB Publiacqua, di Decide Roma, del Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio, del Comitato Acqua Bene Comune Valle dell’Aniene, del Comitato Viterbese "Non ce la beviamo”, dei Comitati dell'ATO 4 Latina, dei Comitati per l'Acqua Pubblica Roma Nord, del Comitato Acqua Pubblica di Rieti, del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, del Comitato No Inceneritore di Terni, Amministratori Locali dell'ATO 4 Latina, dell'ATO 1 Viterbo, dell'ATO 5 Frosinone, dell'ATO 2 Roma, rappresentante della Rete dei Comuni dell’ATO 3 Campania per la gestione pubblica del servizio idrico, rappresentanti di Roma Capitale, Mauro Meggiolaro (Merian Research) presenterà lo studio di ripubblicizzazione di ACEA ATO 2 S.p.A, Comitato Romano per la Costituzione.

Roma, 4 Aprile 2017.

Rete Civica ATO 3 Campania, Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone, Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Rete per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA, USB Publiacqua, Decide Roma, Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio, Comitato Acqua Bene Comune Valle dell’Aniene, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Guarda la galleria fotografica "Statue e fontane parlanti per l'acqua pubblica"

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Appello

CONSIGLIO POPOLARE DELL’ACQUA E DELLA DEMOCRAZIA 
ROMA, 8 APRILE 2017 ORE 10.30-14.00

Campidoglio, Sala della Protomoteca

 

Dopo il lungo stop dei processi di privatizzazione dei servizi pubblici imposto dalla schiacciante vittoria referendaria del 2011, il fronte a favore della privatizzazione dell’acqua è tornato a muoversi attraverso il “risiko” delle aggregazioni e fusioni nelle gestioni del servizio idrico che hanno l’obiettivo di creare pochi grandi campioni nazionali (IREN, HERA e ACEA etc.) espropriando i Comuni di ogni potere sull’Acqua, in aperta contraddizione con la volontà popolare espressa con il Referendum; mentre il “potere politico”, al di là di alcune pallide manifestazioni di intenti, è silente e compiacente, assecondando di fatto il progetto di privatizzazione e di espulsione degli Enti Pubblici e dei cittadini dalla gestione del Bene Comune.

A fronte di tale disegno antidemocratico molti Comitati territoriali, affiancati dalle Amministrazioni Comunali più sensibili al tema, si stanno opponendo con forza al “disegno privatizzatore” chiedendo la disarticolazione delle multiutility ed il ritorno dell’acqua in mani pubbliche, affidandone la gestione ad enti di diritto pubblico, dando valore alla partecipazione democratica dei cittadini attivi.

Una delle protagoniste del grande “risiko” dei Servizi Pubblici Locali è proprio ACEA S.p.A., società che da tempo ha perso la sua dimensione di azienda locale a servizio della città di Roma per assurgere al ruolo di multiutility di rilevanza internazionale che opera esattamente con le stesse avide logiche mercatiste e finanziarie proprie di qualsiasi società privata. Una strategia che ACEA sta perseguendo con l'obiettivo di rafforzare la propria influenza su tutte le sue partecipate del Centro-Sud Italia, rendendosi responsabile di migliaia di distacchi idrici e di veri processi di "colonizzazione". Dalla Toscana all’Umbria, dalle province di Frosinone a quelle di Viterbo e Latina, passando a Sud per il Vesuviano ed in altri tanti territori del Paese, ACEA rappresenta lo strumento operativo del processo di espropriazione dei territori e della stessa città di Roma, ridotta a spettatrice e a semplice azionista dell’ACEA, incapace di determinarne le linee guida aziendali e le prospettive strategiche societarie.

Nel potenziare il processo di espropriazione e centralizzazione a sfavore dei territori colonizzati ACEA S.p.A. ha messo in piedi ACEA 2.0, la piattaforma di gestione accentrata delle funzioni aziendali che, privando le aziende satelliti di fondamentali funzioni operative, sta determinando apprensione nei lavoratori del settore che vedono il proprio futuro sempre più incerto e precario.

Dinanzi a tutto ciò chiediamo all’Amministrazione Capitolina di uscire allo scoperto e bloccare questo nefasto progetto esercitando a pieno il proprio ruolo di azionista di maggioranza ed imprimendo un cambio di rotta deciso alle politiche aziendali al fine di restituire un ruolo centrale agli Enti Locali nonché alla città di Roma, dato che ormai ACEA opera nella più completa autonomia da qualsiasi indirizzo pubblico. Il cambio di passo non può che passare attraverso:

  • la sostituzione del management di ACEA, a partire dai ruoli apicali attualmente attribuiti a soggetti ispiratori e promotori del processo di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua;
  • la moratoria dei processi di fusione e di nuove acquisizioni da parte di ACEA e delle sue controllate;
  • sul piano immediato del rapporto con gli utenti, è necessario che ACEA e le sue controllate assumano in modo vincolante norme di comportamento “virtuose”, sulla base della contestazione fatta dall'Autorità per la Tutela del Mercato e della Concorrenza ad ACEA ATO 2 S.p.A. e a GORI S.p.A.;

  •  

    la ripubblicizzazione di ACEA ATO 2 S.p.A. attraverso lo scorporo da ACEA S.p.A. e la sua trasformazione in Azienda Speciale;
  • la dismissione da parte di ACEA di tutte le partecipazioni in società che operano al di fuori del Comune di Roma;

  •  

    un piano di disimpegno di ACEA sul fronte dell'incenerimento dei rifiuti e nel settore dell'energia al di fuori del Comune di Roma.

In questa fase così delicata facciamo appello a tutte le forze del Paese che hanno accompagnato la Campagna Referendaria del 2011 di tornare a sostenere la battaglia contro le privatizzazioni e far sentire la loro voce a partire dal Consiglio Popolare dell'Acqua dell’8 aprile a Roma promosso dai Comitati per l’Acqua Pubblica dei territori soggetti ad ACEA.

Solo con una nuova mobilitazione di tutti si potrà bloccare il nuovo processo di privatizzazione in atto e porre le condizioni perché in questo Paese si rispetti la volontà popolare e si ritorni ad una gestione dell’Acqua Pubblica, Trasparente, Democratica e Partecipata.

Perché si scrive Acqua e si legge Democrazia!

Rete Civica ATO 3 Campania, Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone, Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Rete per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA, USB Publiacqua, Decide Roma, Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio, Comitato Acqua Bene Comune Valle dell’Aniene, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

 

Vai all'evento Facebook: https://www.facebook.com/events/635523456638287/

Il Consiglio Popolare dell'Acqua e della Democrazia svolto sabato 8 aprile presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio ha visto una grande partecipazione di comitati, Sindaci, Amministratori Locali provenienti dalla Campania e dal Lazio, e di lavoratori dalla Toscana.

I diversi interventi che si sono succeduti, accomunati dalla consapevolezza che l'attuale gestione di ACEA sia volta alla massimizzazione dei profitti piuttosto che alla garanzia di servizi essenziali come l'acqua, ne hanno denunciato i nefasti effetti sui territori e hanno condiviso la necessità di un'immediata inversione di rotta rispetto alla strategia aziendale.
Non è, infatti, più differibile lo stop al processo di continua espansione di ACEA nel Centro-Sud Italia che assume i tratti di una vera e propria "colonizzazione", portata avanti negli anni mediante diversi strumenti, tra cui la piattaforma di gestione accentrata delle funzioni aziendali cosiddetta ACEA 2.0, che aliena il rapporto vivo tra gli operatori ACEA sul campo e i rispettivi territori.
Al contrario nel corso dell'assemblea è stato presentato un approfondito studio su ACEA ATO 2 S.p.A. da cui emerge la logica predatrice della casa madre ACEA e la prospettiva di una situazione debitoria non sostenibile, nel giro di qualche anno, indicando la possibilità di uscire da questo circolo vizioso attraverso la ripubblicizzazione della partecipata.
Per queste ragioni prima dell'inizio dell'assemblea in Piazza del Campidoglio è stato realizzato un flash mob, il "risiko dell'acqua", che ha illustrato le dinamiche di colonizzazione di cui è protagonista ACEA.

Purtroppo, ancora una volta si è resa evidente l'assenza di un rappresentante della Giunta e della Sindaca che ha solo provveduto a delegare un consigliere comunale a rappresentare l'Amministrazione capitolina.
Tale assenza è stata fortemente denunciata in quanto manifesta la scarsa attenzione alle istanze dei comitati, degli altri Amministratori e dei lavoratori e lavoratrici.

Per queste ragioni è emersa con forza la richiesta alla Sindaca Raggi di convocare entro Aprile un Consiglio Comunale aperto su ACEA in cui poter affrontare e discutere il tema delicato del mandato che l'Amministrazione affiderà ai nuovi vertici dell'azienda.

E' evidente che senza un mandato chiaro a favore di una moratoria dei processi di fusione e di nuove acquisizioni, dello STOP alla piattaforma ACEA 2.0, della ripubblicizzazione immediata di ACEA ATO 2 S.p.A., della dismissione da parte di ACEA di tutte le partecipazioni esterne, del disimpegno di ACEA sul fronte dell'incenerimento dei rifiuti e nel settore dell'energia, i nomi indicati dal Comune di Roma alla sostituzione dei ruoli apicali di ACEA risultano molto preoccupanti in quanto, sulla base dei loro curricula, non emerge alcuna discontinuità e alterità rispetto ai progetti di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.

Il Consiglio Comunale aperto sarebbe l'occasione per avviare finalmente un confronto tra Amministrazione romana, amministrazioni di altri territori, comitati e lavoratori sul futuro di ACEA.

A questo scopo è stata anche reiterata la richiesta d'immediata calendarizzazione della mozione depositata nell'autunno scorso dalla maggioranza 5S in cui si riprendono tutte le rivendicazioni sopra citate e si chiede alla Sindaca di assumere impegni precisi.
Nella stessa direzione va la richiesta di avvio di un confronto sullo studio di fattibilità della ripubblicizzazione di ACEA ATO 2 S.p.A. presentato al convegno “Acqua pubblica e partecipata: utopia possibile” promosso dal M5S del 20 Marzo.

Vogliamo anche denunciare il fatto che il Rialto, dove ha sede il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, è di nuovo a rischio sgombero. Infatti, ci è arrivata notizia che nei prossimi giorni sarebbe previsto lo sgombero delle realtà sociali presenti nello stabile di Via S. Ambrogio. Sarebbe un fatto gravissimo, anche perchè appare come una reazione stizzita rispetto alla grande partecipazione al Consiglio Popolare dell'Acqua e della Democrazia. E', inoltre, evidente che si tratterebbe di un segnale chiaro rispetto al fatto che la logica con cui si muove l'Amministrazione è perfetta continuità con il passato, ovvero quella di eliminare ogni voce di dissenso e di cedere i beni comuni alla valorizzazione economica.

Il momento di agire è adesso.

La mancanza di una scelta di campo chiara lascia spazio a chi i fili li sa muovere e certamente non a favore della collettività.
Non agire rapidamente e raccogliere la richiesta di confronto emersa dal Consiglio Popolare significa essere sordi alle istanze popolari, pensare di poter proseguire nella pericolosa strada dell'autosufficienza e rischia di far diventare la maggioranza 5S complice della politica di privatizzazione dell'acqua che ACEA sta portando avanti.

Comitati, amministratori e lavoratori sono in campo e intendono giocare fino in fondo la partita.

Con chi si schiera la Sindaca e la Giunta 5S, con l'acqua pubblica o con i poteri forti?

12 Aprile 2017.


Rete Civica ATO 3 Campania, Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone, Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Rete per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA, USB Publiacqua, Decide Roma, Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio, Comitato Acqua Bene Comune Valle dell’Aniene, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

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volantino Acqua pubblica2018