Calabria - I padroni dell’acqua. Tutti contro A2A per una questione politica, civile e di democrazia dell’acqua calabrese
- Dettagli
- Pubblicato: Martedì, 31 Agosto 2021 13:09
La società lombarda A2A è la maggiore multiutility italiana, secondo produttore nazionale di energia, un colosso con circa 13.500 dipendenti e che opera nei settori dell’energia, ambiente, calore e reti. Nata il primo gennaio 2008, nell’anno successivo sbarca in Calabria acquistando da E.ON gli impianti idroelettrici.
Ormai da 13 anni in Calabria, A2A controlla i due impianti di Albi e Magisano, regolati dal serbatoio del Passante; gli impianti di Satriano che utilizzano i deflussi del fiume Ancinale; gli impianti della Sila con Orichella, Timpagrande e Calusia, regolati dai serbatoi Arvo e Ampollino. Le centrali producono una potenza complessiva di circa 500 MW, mentre i bacini garantiscono una quantità di acqua vicina ai 200 milioni di metri cubi. L’Arvo e l’Ampollino insieme ne contengono 135 milioni: una riserva di acqua gigantesca per una regione del Mezzogiorno.
I laghi sono pieni che è una meraviglia. Le turbine, lungo i diversi salti, possono girare a pieno ritmo. Gli elettrodotti possono ricevere l’energia prodotta per essere immessa nel mercato. E dunque soldoni fumanti grazie alla forza dell’acqua, dell’acqua calabrese, quella che manca alle popolazioni e all’agricoltura.
Fino a quando le centrali sono state sotto il controllo pubblico e con la proprietà dell’Enel, lo sfruttamento dell’acqua teneva conto delle specificità del territorio, sia per gli acquedotti comunali, sia per il sistema irriguo in agricoltura.
Negli ultimi anni le cose si sono un tantino complicate, forse perché A2A da buon privato cerca di massimizzare i profitti e proietta nel futuro una proprietà, quella dell’acqua, che porterà ancora più quattrini, e non soltanto con le centrali.
Ovviamente il meccanismo non può funzionare così, perché l’acqua è un bene collettivo e non può essere finalizzato soltanto all’interesse privato.
L’estate del 2021 sarà ricordata come una delle peggiori per approvvigionamento di acqua per usi collettivi, pubblici.
Anche i comuni che ricadono a valle dei laghi hanno sofferto per la mancanza di acqua. Certo, esistono problemi atavici riconducibili alla Sorical, ma questo è un ragionamento altro che merita ben ampie e diverse riflessioni.
Ci interessa adesso capire il ruolo di A2A in un territorio alla sete.
Fin dal mese di giugno ci sono state mobilitazioni contro A2A, a iniziare dai consorzi.
Il 28 giugno il Consorzio di Bonifica di Catanzaro addita A2A di comportarsi in modo presuntuoso e arrogante, inadempiente nel rilascio di acqua per uso irriguo a valle della centrale di Magisano.
Il 2 luglio è il presidente di Coldiretti Calabria che denuncia l’ostruzionismo, l’arroganza, i bizantinismi di A2A a danno degli agricoltori senz’acqua per l’irrigazione. E via via per tutta l’estate, in una continua estenuante rivendicazione di acqua verso A2A.
Il 26 agosto, infine, si sono mobilitati gli agricoltori di Isola Capo Rizzuto e Cutro che hanno raggiunto con i trattori la centrale di Calusia sulla SS 107, per protestare contro A2A e la discutibile gestione dei rilasci di acqua per l’irrigazione.
L’estate volge al termine e, forse, i problemi potrebbero diminuire. In ogni caso, le elezioni regionali e in alcuni comuni dove opera A2A (come Cotronei) posticipano la questione acqua all’autunno.
Sarà la madre di tutte le questioni per la Calabria, dove al riordinamento del sistema idrico regionale (il dopo Sorical) dovrà far seguito un confronto robusto con A2A.
Oltre alla vertenza sugli assetti occupazionali, è necessario aprire margini di rivendicazioni sull’utilizzo di acqua per gli acquedotti comunali; è necessario rimettere in discussione gli accordi sull’intera filiera di utilizzo dell’acqua, visto che i regolari rilasci irrigui sono contemplati in convenzioni datate, del 1968 e stipulati tra la Cassa per il Mezzogiorno e l’allora Enel. Altri tempi, altri soggetti in campo.
Oggi la questione è politica, civile, di democrazia, e come tale dovrà essere affrontata. Una questione che avrà anche bisogno dell’attenzione e dell’impegno del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e del Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, perché quanto si deciderà nei prossimi mesi è strettamente connesso al futuro dei calabresi.
Pino Fabiano - Cotroneinforma associazione di volontariato