Vibo Valentia - Richiesta al Prefetto
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- Pubblicato: Giovedì, 19 Febbraio 2015 11:27
Vibo Valentia -16/2/2015. a S.E. dott. Giovanni Bruno - Prefetto di Vibo Valentia
- Gent.mo dott. Michele LaRobina – Uff. Protezione Civile
- dott. Carnovale - SIAN – ASP Vibo Valentia
- dott. Cesare Pasqua – Dipartimento Prevenzione ASP
- al Sindaco di Vibo Valentia – Autorità Sanitaria Locale
A seguito delle numerosissime anche recenti segnalazioni pervenutemi circa la scadente qualità dell'acqua distribuita ai cittadini vibonesi e considerati i recenti sviluppi relativi alle inchieste “Acqua Sporca” e “Acqua Sporca 2”, condotte dalla Procura della Repubblica chiedo alla S.V., in qualità di rappresentante dell'ass.”Compresi gli Ultimi” avente sede legale a Vibo Valentia, organizzazione no-profit aderente al coordinamento nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, di essere nuovamente ascoltato in merito al problema della non-potabilità dell'acqua pubblica attualmente distribuitaci dal comune di Vibo Valentia. Noi cittadini abbiamo appreso tramite stampa, tv e altri mass-media, che la Procura della Repubblica afferma, dopo anni di indagini, che l'acqua che giunge nelle nostre case, proveniente dal bacino dell'Alaco, non è stata mai analizzata secondo le norme vigenti.
Inoltre, una relazione dei servizi segreti recentemente desecretata e resa disponibile al pubblico rivela che nelle zone della Lacina, ove insiste il lago Alaco, sono stati disseminati dalle ecomafie locali, rifiuti di ogni tipo, anche radioattivi.
L'acqua pubblica vibonese, attualmente, non è più, come in passato, certificata illecitamente come potabile dall'ASP vibonese, ma viene oggi più correttamente definita semplicemente “CONFORME relativamente ai parametri determinati”. Allego due di questi certificati a mero titolo di esempio facendo presente che tale dicitura compare da tempo su tutti i relativi certificati ASP.
Il cambio di tale dicitura, da “POTABILE” a “CONFORME AI PARAMETRI”, nei documenti ufficiali dell'ASP, esprime evidentemente consapevolezza riguardo all'impossibilità, legale e medico-scientifica, di definire “salubre e pulita”, come espressamente richiesto dalle norme vigenti (D.Lgs 31-2001 e successive modifiche) la sgradevole e misteriosa miscela acquosa avente composizione chimico-batteriologica quasi completamente incognita.
Nonostante queste semplici considerazioni, certamente alla portata delle normali capacità di comprensione intellettive che un qualunque Sindaco dovrebbe possedere, l'acqua pubblica è attualmente distribuita con modalità dannose per i cittadini e in più, colmo dei colmi, inspiegabilmente fatturata, e riscossa dall'amministrazione comunale tramite Equitalia, come se fosse realmente potabile.
Tale intollerabile situazione si figura agli occhi di noi cittadini come un'estorsione in piena regola, ancora più odiosa di quelle di stampo mafioso in quanto, a perpetrare questa ingiusta richiesta di denaro, è un organo dello Stato, per giunta in un momento di profonda depressione economica diffusa.
Le cinquecentoquarantasei email, indirizzate dai cittadini firmatari, nel corso di giugno e luglio 2014, all'ASP, al Comune ed agli altri destinatari elencati nella copia della petizione che allego, evidenziano inequivocabilmente, facendo riferimento alla legge vigente ed a semplici constatazioni di natura scientifica circa odore colore sapore percepito dai consumatori, la pessima qualità dell'acqua, e chiedono, a S.E. Il Prefetto, rispettosamente e fiduciosamente, di intervenire nei modi che riterrà opportuno, per fare rispettare la normativa vigente. Noi, cittadini firmatari, in evidente rappresentanza della totalità della popolazione vibonese, ovvero di un organo Costituente dello Stato, chiediamo il rispetto della Legge e del nostro Diritto alla Salute tanto fisica che psicologica, stante la grande preoccupazione dovuta all'incredibile vicenda dell'acqua pubblica vibonese, e la sospensione delle ingiuste ed illegali vessazioni economiche a cui siamo sottoposti da questa amministrazione comunale tramite la tentata riscossione di importi per la fornitura dell'acqua illecitamente calcolati. A tale proposito ricordiamo anche le molteplici interrogazioni parlamentari circa l'argomento, a partire da quella dell'on. Angela Napoli risalente alla precedente legislatura e rimasta ad oggi senza risposta.
Con la presente sottilineiamo anche che in tutte le situazioni in cui, nell'esercizio della professione sanitaria, il personale dipendente o convenzionato, venga a conoscenza di casi che possono presentare i caratteri di un reato perseguibile d'ufficio, diviene un obbligo effettuare la segnalazione all'Autorità Giudiziaria (art.331 c.p.p.).
L’omessa denuncia di reato è un delitto perseguibile d’ufficio, viene cioè annoverata fra i reati più gravi, quelli in cui è lo Stato il soggetto danneggiato e vi è un interesse pubblico a perseguirli. Si tratta, pertanto, di un’evenienza di rilevanza penale particolarmente grave per il pubblico dipendente (art.361 c.p.)
TRA I DELITTI CONTRO L’INCOLUMITÀ PUBBLICA, ovvero tra i reati perseguibili d'ufficio di più frequente osservazione nelle attività sanitarie figurano le
a) attività pericolose per la salute pubblica (pericolo di epidemie, intossicazioni, danni provocati da alimenti, bevande o medicinali guasti o imperfetti)
Faccio presente pure che tale obbligo di denuncia, a cui noi firmatari della petizione stiamo evidentemente ottemperando, vige anche nei confronti del privato cittadino quando, ai sensi dell'art. 364 del codice penale, si sospettino gravi reati come l'avvelenamento di acque o di sostanze alimentari, poiché questo reato è un delitto contro l'incolumità pubblica, come descritto nell'articolo 439 del codice penale, in quanto nei casi più gravi questo reato è punito con l'ergastolo.
Il reato in esame si considera configurabile anche nel caso in cui delle sostanze nocive siano state versate sul terreno in modo tale da contaminare pozzi contenenti acque che, dopo la necessaria clorazione, sarebbero divenute potabili, nonchè nei casi di avvelenamento di acque non destinate direttamente all'alimentazione.
Chiedo quindi che i responsabili dell'ASP deputati alla tutela della nostra salute provvedano, come loro obbligo di legge, a segnalare con sollecitudine e massima diffusione i rischi derivanti dall'utilizzo dell'acqua vibonese per gli usi potabili e per gli altri comuni usi, e ad esprimere correttamente nei certificati il giudizio di non-potabilità, che implicitamente si desume dal cambio di dicitura da “potabile” a “conforme” di cui ho detto sopra, diffidandoli contestualmente dal persistere in questa gravissima omissione.
Si allega documentazione (testo della petizione completo di elenco dei nominativi dei firmatari, articoli di stampa relativi all'argomento, certificati ASP di: “potabilità” 2013 e di “conformità” 2014)
In calce l'elenco di link utili per visionare relativa documentazione audiovisiva tramite web.
Distinti saluti
Luciano Gagliardi
Ass.”Compresi gli Ultimi”
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Scarica la rassegna stampa del 17 febbraio 2015
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Guarda le interviste effettuate dall'associaizone compresi gli ultimi ai tre candidati alle primarie a sindaco del centrosinistra vibonese riguardo alla questione acqua, di seguito i link.
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Elenco di link utili:
Servizio Pubblico: RaiTre: http://www.serviziopubblico.it/2014/05/labbici-di-angelo-de-luca-2/
Striscia la Notizia: Canale5: http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?19137
Crash: AcquaRaggia: Rai Tre: https://www.youtube.com/watch?v=4_bvdsaHqI8