Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Toscana-Il Forum risponde al Presidente della Confservizi Cispel

ForumToscanoIl Forum Toscano dei movimenti per l'Acqua risponde alla lettera del Presidente della Confservizi Cispel Toscana A. De Girolamo, pubblicata su Il Tirreno il 30 aprile scorso.

Di seguito la risposta del Forum (in corsivo le affermazioni di De Girolamo)

 

1. Gli aumenti proposti a livello regionale in questi giorni sono frutto del metodo di calcolo emanato a dicembre 2012 dall'Autorità nazionale per l’energia e il gas, preposta a scrivere il nuovo metodo tariffario e consentono di sostenere gli investimenti nel rispetto della legge.

Falso. Nessun aumenti era previsto, i fogli di calcolo del metodo transitorio AEEG servivano ad adeguare le tariffe del vecchio metodo a quello nuovo. Se ci sono aumenti è perché sono stati approvati dai sindaci con dei nuovi dati da loro forniti all'AEEG tramite l'Autorità Idrica Toscana.

 

Inoltre lo dichiara la stessa Autorità in narrativa della sua deliberazione, affermando che le sue scelte non hanno avuto come obiettivo il rispetto delle leggi esistenti, bensì di "mediare" tra interessi contrapposti e non conciliabili: quelli dei consumatori da una parte e quelli dei gestori dall'altra. Nessuna legge ha stabilito questo compito di mediazione per l'Autorità.

 

2. La nuova normativa tariffaria non ignora il referendum, che chiedeva fosse abolita l'adeguata remunerazione del capitale investito. Questa è stata tolta, ma nel rispetto del principio comunitario di “recupero integrale dei costi”, la tariffa prevede la copertura dei costi finanziari (interessi bancari) necessari per fare gli investimenti. Non potrebbe essere diversamente.

Gli interessi bancari non sono quelli reali ma reintroducono una rendita fissa del 6,4% al posto del 7%.  La nuova tariffa dell'AEEG tra l'altro introduce anche gli interessi fissi del 6,4% sui contributi  a fondo perduto ottenuti dalla fiscalità generale da enti pubblici o fondazioni, così il cittadino pagherà 2 volte con le tasse e attraverso la bolletta.

Il “recupero integrale dei costi” del principio comunitario parla del costo del servizio dato agli utenti. Si paga unicamente per gli investimenti già realizzati e non per investimenti ipotetici futuri come quando si è fatto pagare per 10 anni la depurazione anche a chi non ne usufruiva. A tale proposito dove sono finiti i soldi dei depuratori mai costruiti e che dovrebbe essere rimborsati? (Sentenza corte costituzionale 335 del 10/10/2008)

 

3. Se la tariffa non coprisse questi costi, occorrerebbe usare la fiscalità generale, cosa impossibile nell'attuale situazione dei conti pubblici nel nostro paese. La stessa ipotesi di usare risorse della Cassa Depositi e Prestiti è FALSO, in quanto andrebbero riconosciuti anche a questo istituto gli oneri finanziari

Lei stesso come presidente del Cispel, già dal 2008 e ripetutamente, richiedeva il ricorso alla fiscalità generale per gli investimenti, come lo chiediamo noi

nella nostra proposta di legge popolare nazionale sottoscritta da 450.000 italiani che giace in parlamento dal 2008. Ovviamente non per finanziare i gestori privati che dovevano invece portare loro i soldi per gli investimenti necessari, come raccontavano le favole ideologiche dell'epoca pre-privatizzazione.

La Cassa Depositi e Prestiti da quando è stata anche questa privatizzata, non ricopre più la sua funzione iniziale che era quella di finanziare a tassi agevolati enti pubblici e grandi opere sociali, finanziati attraverso il risparmio dei cittadini italiani e garantito dallo stato. Chiediamo un ritorno a questa funzione nazionale come lo era per statuto il Monte dei Paschi di Siena quando era ancora di proprietà dei cittadini/e di Siena.

 

4. Questo clima di conflitto sulla tariffa idrica è irresponsabile, perché rischia di bloccare gli investimenti nel settore (2 miliardi in Toscana e 65 in Italia) investimenti indispensabili e oltre tutto utili in questa fase di crisi per produrre occupazione e Pil.

Il "clima di conflitto", noi del Forum lo chiamiamo "stato d'illegalità" (e come noi anche il TAR Toscano) e "cancellazione della democrazia" costituzionale italiana al servizio di pochi beneficiari privati, italiani e stranieri, contro la granda maggioranza dei cittadini/e italiani. Quanto all'occupazione e al PIL, dopo più di 10 anni di privatizzazioni del servizio idrico in Toscana ne vediamo i risultati concreti già da qualche anno, attraverso la precarizzazione del lavoro e l'aumento della disoccupazione in tutta la regione.

 

5. Gli enti locali chiamati ad esprimersi nelle assemblee territoriali e in sede di Autorità idrica toscana hanno una grande responsabilità, quella di sostenere seriamente il piano di investimenti con tariffe che sono comunque la metà di quelle europee, e non imboccare la strada pericolosa e dannosa della propaganda e dello sterile ideologismo.

Lei continua con la sua propaganda e la sua "ideologia" del liberismo che imperversa dagli anni 80 e malgrado uno stato di crisi economica permanente dal 2008 dovremo continuare a subirla?

Gli Enti Locali sono la forma di organizzazione elettiva del popolo italiano regolata dalla costituzione, in questo sono molto diversi dalle SpA che rispondono solamente ai lori azionisti e regolate dalla ricerca del massimo profitto.

Quanto agli investimenti in questi ultimi 10 anni, sono mediamente diminuiti rispetto ai 20 anni precedenti, soprattutto se si confrontano con un aumento delle tariffe tale che la Toscana è diventata la regione più cara d'Italia per il servizio idrico.

 

6. Anche invocare azioni di autoriduzione è irresponsabile in un paese in cui vige il diritto. Le autorità competenti hanno approvato tariffe secondo la legge, pendono ricorsi che verranno discussi prossimamente, ma in attesa delle sentenze si applicano le leggi, proprio perché viviamo in uno stato di diritto.

Tramite l'autoriduzione delle bollette che chiamiamo "Campagna di obbedienza civile", proviamo a fare rispettare lo stato di diritto, la legalità e la democrazia, negati fino ad ora malgrado le sentenze della Corte Costituzionale 26/11, del TAR Toscana 436/2013, del parere del consiglio di stato 267/2013 e del decreto presidenziale 116/2011 delle quale consigliamo la lettura prima di parlare di "stato diritto".

 

Piuttosto di fare dichiarazioni di parte a mezzo stampa, chiediamoci come mai a quasi 2 anni dal referendum non è stato fatto niente a livello delle istituzioni Toscane per fare rispettare l'esito referendario, lo stato di diritto e la volontà popolare e per mettere intorno a un tavolo chi rappresenta gli azionisti delle società di gestione del servizio idrico, i rappresentanti degli enti locali, dei lavoratori e chi è depositario della volontà popolare referendaria.

Come mai la volontà politica del 95% dei cittadini Toscani andati a votare e che è stato espressa chiaramente attraverso i 2 quesiti referendari ("rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell'acqua" Sentenza di ammissione del referendum: corte costituzionale 26/2011) deve essere subalterna alle volontà ideologiche di gestione privatistica del bene comune "acqua" rimaste in mano a poche persone?

 

Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua

volantino Acqua pubblica2018