Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Puglia, testo audizione ACQUA e RIFIUTI

Al Presidente Consiglio Regione Puglia, Onofrio Introna

Ai Capogruppo Consiglio Regione Pugila

Ai Componenti Consiglio Regione Puglia

 

Bari, 25 luglio2012

 

Oggetto: audizione presso il Consiglio della Regione Puglia in merito alle modalità di gestione dei servizi pubblici locali, con particolare riguardo alla gestione del servizio idrico integrato e al ciclo integrato della gestione dei rifiuti urbani.

 

Egregio Presidente, egregi Consiglieri,

ringraziamo il Presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, per aver dato corso tempestivamente (con nota prot. 245/58 del 19/07/2012) alla richiesta di audizione, avanzata dalla Rete dei Comitati per i Beni Comuni e avente ad oggetto la discussione e il confronto in merito alle modalità di gestione dei servizi pubblici locali, con particolar riguardo alla gestione del servizio idrico integrato e al ciclo integrato della gestione dei rifiuti urbani.

 

Per quanto riguarda, la gestione del servizio idrico integrato,

- in linea con l’analisi e con le richieste del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”-Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua;

- sulla base della volontà della popolazione pugliese che si è espressa in maniera chiara e netta, sia attraverso la raccolta firme per la presentazione dei quesiti referendari (oltre 105.000!) sia attraverso il voto referendario, per mezzo di una partecipazione radicata e diffusa su tutto il territorio regionale;

- confortati dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 199/2012 (del 20 luglio scorso) che ha dichiarato incostituzionale l'articolo 4 del decreto legge del 13 agosto del 2011, n. 138 (convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario sia in quello risultante dalle successive modificazioni), che reintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali con esclusione del servizio idrico;

 

e, considerato che:

 

- la Sentenza suddetta esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della Costituzione;

- la Regione Puglia, accogliendo la proposta del prof. Alberto Lucarelli e del prof. Ugo Mattei (estensori, fra le altre cose, dei quesiti referendari), è stata fra le Regioni che hanno presentato il ricorso contro il suddetto articolo alla Corte Costituzionale;

- le Province e Comuni pugliesi hanno creato, primo in Italia, il Coordinamento degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione del Servizio Idrico, che ha chiesto e ottenuto (marzo 2008) audizione in Parlamento per esprimere ufficialmente la propria contrarietà alla privatizzazione del servizio idrico;

- i Comuni pugliesi (in diverse decine) hanno dichiarato sia il riconoscimento dell’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico; sia il servizio idrico integrato come un servizio pubblico privo di rilevanza economica; attraverso delibere consiliari che si sono trasformate, in alcuni casi, in integrazioni dello Statuto Comunale. A tale riguardo si cita il Comune di Altamura, primo ad aver in Puglia integrato lo Statuto in tal senso, e il Comune Modugno la cui integrazione risale a due giorni fa, lunedì 23 luglio 2012;

- il Comune di Napoli ha disposto, primo in Italia, per il prossimo 31 luglio 2012, la trasformazione dell’ARIN SpA in ABC, Azienda Speciale di Diritto Pubblico, stabilendo un importante e storico precedente.

Chiediamo che:

1.      l’acquedotto pugliese “AQP SpA” sia trasformato (con atto amministrativo) in un soggetto di diritto pubblico (ad esempio azienda speciale) con meccanismi di partecipazione sociale;

2.      sia aperto un tavolo di discussione pubblica con amministratori, cittadini e abitanti sul modello di gestione partecipata;

3.      sia rispettato l’esito del secondo quesito referendario e la Regione Puglia, quale unico azionista di AQP SpA, disponga l’eliminazione dalla tariffa della voce equivalente alla remunerazione del capitale;

4.      sia elaborata una politica aziendale di riduzione del debito di AQP S.p.A.;

5.      siano, al più presto, disposte, realizzate e pubblicate le analisi in merito alle componenti chimiche in speciale modo volte a fugare ogni dubbio sulla presenza, o meno, di possibili fattori di rischio contaminanti quali la presenza di metalli pesanti, idrocarburi (soprattutto in riferimento alle ultime allarmanti notizie sulla qualità dell’acqua che arrivano dalla Basilicata) o di altri fattori contaminanti chimici derivanti da eventuali attività antropiche, la cui presenza possa essere considerata causa di alterazione sensibile, o drastica, delle qualità chimico-fisico-biologiche delle acque potabili stesse in modo tale da renderle insalubri e non rispondenti a puntuali criteri igienico-sanitari imprescindibili per la massima tutela della salute umana;

6.      sia disposto che l’amministrazione di AQP SpA renda pubblici tutti i documenti inerenti il Piano Industriale (compresi quelli di accompagnamento) che, in ragione della natura vitale del bene gestito, non possono essere considerati materia riservata come definiti dall’Amministratore Delegato, Ivo Monteferte, in una sua nota di risposta del 17 maggio scorso.

 

Oggi, ogni “apertura al mercato” non può più trincerarsi dietro l’obbligo imposto dalla normativa nazionale (né tanto meno europea) e, anche l’eventuale decisione di non dar corso alla ripubblicizzazione avrà solo natura politica e, qualsiasi forza politica si opporrà al processo di ripubblicizzazione, in maniera palese o meno, dovrà assumersi definitivamente la responsabilità politica della propria scelta.

Per quanto attiene il ciclo integrato della gestione dei rifiuti,

facendo proprio il documento appello inoltrato al Governo regionale giorno 11 luglio 2011 dal Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino, Forum Ambiente e Salute del Grande Salento – Rete Apartitica Associazione GAIA odv, Federconsumatori – provincia di Lecce, che da oltre un anno giace nei cassetti della Regione.

Sulla base

- dell’esperienza dei cittadini che, riuniti in comitati, hanno fermato la costruzione dell’inceneritore di Modugno (gruppo Marcegalia);

- dell’esperienza dei numerosi Comitati di cittadini presenti sul territorio;

- della delibera dell’Unione dei Comuni di Capo di Leuca che ha fatto propria la “Strategia Rifiuti Zero;

- delle esperienze virtuose (realmente e non solo a parole) nella gestione della raccolta differenziata e della riduzione dei rifiuti dei Comuni di Rutigliano (BA), Monteparano (TA) e Melpignano (LE), quest’ultimo, tra i primi in Puglia ad adottare la raccolta differenziata con il metodo “porta a porta”, raggiungendo percentuali significative e oltre la media nazionale, oltre che fondatore dei Comuni virtuosi (i cui risultati, tuttavia, sono mortificati dall’assenza di impianti di compostaggio che possano accogliere la frazione umida).

Attestato

  • la fattibilità di tale virtuoso percorso nella gestione dei rifiuti da importanti reali risultati in tutto il mondo, tra queste i più noti: San Francisco e Oakland (USA), Camberra (Australia), etc.; ma anche da eccellenti esperienze positive nella stessa Italia quali il Comune di Capannori (LU), Ponte nelle Alpi, provincia di Belluno (con oltre il 90% della raccolta differenziata) e vari altri Comuni aderenti all'Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi;
  • la presenza, in Italia, di numerosi casi in cui i Comuni hanno mosso passi significativi verso una gestione a “rifiuti zero” (p.e. la Provincia di Savona, anche grazie alla consulenza scientifica dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, non prevede l'utilizzo di nuovi inceneritori);
  • · l’esistenza di 73 Comuni italiani (per un totale di 2 milioni di abitanti) che al Nord come al Sud hanno intrapreso la strategia “rifiuti zero” (1.123 Comuni italiani hanno superato il 65% di raccolta differenziata, con punte del 90%. In questi Comuni la riduzione dei rifiuti si attesta mediamente al 20%).

Considerato che

  • la Corte Costituzionale ha stabilito – con sentenza n.158/2012 del 22/06/2012 – che il livello di raccolta differenziata previsto per legge (65% a fine 2012) non può essere derogato dalle Regioni ed ogni Comune deve necessariamente raggiungere la quota indicata dalla legge del 3 aprile 2006, n. 152. art. 205.

 

Considerato che

  • l’Unione Europea (UE) adotta i principi di precauzione e di prevenzione, per cui le decisioni politiche non possono prescindere da questi. La strategia politica dell'UE (Direttiva 2006/12/CE) ha sempre indicato quali primo obiettivo la Riduzione dei rifiuti, e principalmente la Prevenzione (artt. da 180 a 181bis del Testo Unico Ambientale, D. Lgs n.152 3 aprile 2006), così come ribadito dall’art.4 della direttiva 98/2008/CE recepita in Italia con il D.Lgs. 3 dicembre 2010, n.205 che pone la “prevenzione” nella produzione dei rifiuti come prima tra le priorità da perseguire nella “gerarchia dei rifiuti”;
  • la Risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012 su un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse (2011/2068(INI)) indica che è necessario tener conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero;
  • la Risoluzione del Parlamento europeo del 20 aprile 2012 sulla revisione del sesto programma d'azione in materia di ambiente e la definizione delle priorità per il settimo programma d'azione in materia di ambiente – Un ambiente migliore per una vita migliore (2011/2194(INI)) in cui il Parlamento Europeoè del parere che il settimo PAA (Programma d'Azione in Materia di Ambiente) debba prevedere la piena attuazione della legislazione sui rifiuti, in particolare il rispetto della gerarchia, garantendo coerenza con le altre politiche dell'UE; ritiene che esso debba fissare obiettivi di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio più ambiziosi, tra cui una netta riduzione della produzione di rifiuti, un divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati, con riferimento alla gerarchia prevista nella direttiva quadro sui rifiuti e un divieto rigoroso di smaltimento in discarica dei rifiuti raccolti separatamente, nonché obiettivi settoriali per l'efficacia delle risorse e parametri per l'efficienza dei processi; ricorda che i rifiuti costituiscono, inoltre, una risorsa che spesso può essere riutilizzata, assicurando un impiego efficiente delle risorse; invita la Commissione a studiare come migliorare l'efficacia della raccolta dei rifiuti provenienti dai prodotti di consumo grazie a un'espansione dell'applicazione del principio della responsabilità estesa del produttore, nonché mediante orientamenti riguardanti la gestione dei sistemi di recupero, raccolta e riciclaggio”;
  • le Regioni hanno il dovere di redigere un Piano che si adegui ai principi e alle norme sopra citate;
  • i Comuni hanno il dovere di eseguire una raccolta differenziata più alta possibile per garantire gli obiettivi prefissati: prevenzione e riciclo;
  • i cittadini hanno il diritto di essere informati e di partecipare al processo decisionale, con particolare riguardo alla  scelta di Piani e Programmi in materia ambientale.

Si afferma che la “Strategia Rifiuti Zero” non è un semplice slogan, ma una vera e tangibile realtà economica, sociale e di benessere sanitario e ambientale che in Puglia deve rappresentare una tappa fondamentale per la reale crescita culturale, economica e civile, patrimonio di tutti i pugliesi e per la concreta e virtuosa attuazione si richiede una profonda, precisa e illuminata volontà Politica di tutti gli amministratori e operatori delle pubbliche amministrazioni partendo principalmente dall'Ente Regione e dai Comuni. Solo grazie alla Strategia Rifiuti Zero, che non prevede l’incenerimento o il co-incenerimento dei rifiuti, si aumenta profondamente la qualità di vita di tutti i cittadini sia sotto l'aspetto sanitario sia in termini di irrinunciabile salubrità del territorio, scongiurando così, e rendendo inutile, il pericoloso ricorso e realizzazione delle devastanti discariche e dei venefici e insalubri impianti di incenerimento dei rifiuti, talvolta definiti impropriamente “termovalorizzatori”, profondamente lesivi di fondamentali diritti dei cittadini, primo fra tutti il diritto alla Salute, il diritto a vivere e a godere di un ambiente sano e salubre e, soprattutto, il diritto di vita per le future generazioni!.

 

Chiediamo:

- la sospensione immediata del DDL n. 12 del 25 giugno 2012 sui rifiuti con atto pubblico ufficiale;

- la sospensione delle autorizzazioni rilasciate al Gruppo Marcegaglia con riferimento alla maxi-discarica, sulla falda freatica di Corigliano d’Otranto (Lecce), bacino idrico sotterraneo che alimenta una parte vitale e importante della risorsa di acqua potabile erogata dall’Acquedotto Pugliese per il Salento, localizzata peraltro in una zona a protezione speciale per le acque e di altissimo pregio paesaggistico e storico (vi insiste la medioevale Torre Cumirri masseria fortificata risalente al XV sec.);

- alcun rilascio di autorizzazioni ai nuovi inceneritori, compreso il raddoppio di Appia Energy di Massafra;

- la realizzazione dei carotaggi delle discariche per rifiuti speciali della provincia tarantina e, in particolare, dei siti attualmente dismessi della discarica Vergine SpA che sono stati attivi in periodi privi di leggi in materia, l’immediata attuazione delle operazioni di bonifica necessarie a garantire il diritto alla salute degli abitanti delle zone limitrofe, la sospensione immediata delle autorizzazioni per l’apertura di nuovi siti di discarica e l’ampliamento di quelli esistenti;

- la pubblicazione immediata di tutti gli impianti esistenti (e quelli in via di realizzazione e in fase progettuale) che trattano rifiuti in Puglia (specificandone la natura: compostaggio, TMB, STIR, inceneritori, selezione, riciclo e recupero, ecc.) sia di proprietà pubblica (evidenziando se gestiti dal pubblico o dal privato), sia gli impianti di proprietà privata;

- alcun impianto di TMB dovrà prevedere la produzione di CDR ma realizzare un miglior modo di recupero (che non sia finalizzato a quello energetico) della materia proveniente dalla RUR e comunque pianificare, a seguito dell'aumento delle percentuali di raccolta differenziata, la futura conversione in impianti di compostaggio;

- alcuni impianti di TMB dovranno essere convertiti immediatamente in impianti di compostaggio.

- gli STIR dovranno essere convertiti cercando di recuperare (non energeticamente) la maggior parte della materia che trattano;

- sia i TMB, sia i futuri impianti di compostaggio convertiti dovranno prevedere la gestione pubblica del servizio;

- la creazione di impianti pubblici sul modello “Vedelago” per il riciclo della materia proveniente dalle raccolte differenziate;

- la trasformazione degli impianti di Trattamento Meccanico Biologico che producono CDR, in impianti di TMB che recuperano la materia senza trasformarla in CDR, escludendo quindi la successiva combustione;

- il piano d’urgenza per la riduzione dei rifiuti (partendo dall’eliminazione degli imballaggi e dei materiali usa e getta, dall’incentivazione dell’utilizzo da parte degli esercizi commerciali dei distributori alla spina; ecc.),

- la pianificazione di una “strategia rifiuti zero” (che comprenda, avvalendosi anche la collaborazione con le Università e gli Istituti di ricerca, riduzione, a monte, delle materie prime seconde, ingiustamente classificate quali “rifiuti”; riutilizzo, riciclo e recupero – non energetico - totale di queste materie contenute nei nostri rifiuti attraverso la loro raccolta differenziata “porta a porta”; il compostaggio della frazione umida organica, componente predominante dei volumi totali, con produzione conseguente di compost-fertilizzante per agricoltura);

- l’apertura della discussione pubblica fra istituzioni (Regione e Comuni), cittadini, abitanti e lavoratori (sulla base di quanto organizzato con il piano paesaggistico territoriale PPTR) sul modello di gestione appropriato al suddetto modello di gestione di servizi di rifiuti (con particolare riguardo al Piano Comunale di Gestione dei Rifiuti);

- l’organizzazione di un piano strutturato e coordinato di incontri informativi e formativi (con la cittadinanza e nelle scuole) sul consumo e la produzione responsabile,.

Confidando nell’osservanza della legge, delle regole democratiche e del rispetto della volontà dei cittadini, attendiamo un affermativo, pragmatico e pronto riscontro.

Cordiali saluti

Rete dei Comitati per i Beni Comuni                         retecomitati@benicomuni.org - www.retecomitati.org

 

Promuovono e aderiscono alla Rete dei Comitati per i Beni Comuni:

 

Comitati e Forum territoriali
Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune" 
Forum "Ambiente Salute"- Lecce
Forum "Ambiente e Salute del Grande Salento" 
Forum "Amici del territorio" - Cutrofiano (LE)

Comitato antinucleare di Maruggio - Taranto 
Comitato "Attiva Lizzano" - Taranto
Comitato "Assemblea popolare" - Taranto 
Comitato "Beni Comuni" - Barletta
Comitato "Cambiamo Aria" - Galatina (LE) 
Comitato "Capitanata rifiuti zero"

Comitato "Contro sprechi e privilegi" 
Comitato "per la corretta gestione dei rifiuti" - Massafra (TA) 
Comitato "Danilo Dolci"
Gruppo "Egerthe Onlus" - Galatina (LE)
Comitato "Fibronit Bari" - Bari 
Comitato "Minervino Sana" - Minervino
Comitato "Modugno in... dignità" - Modugno (BA)
Comitato No Inceneritore - Cerignola 
Comitato "Pro Ambiente" - Modugno 
Comitato referendario Galatina (LE) 
Comitato SalentAmbiente - Lecce

Associazioni territoriali
Associazione "Antigone per i diritti e le garanzie nel sistema penale" - Lecce
Associazione "Artemia Salina" - Margherita di Savoia (BT) 
Associazione "FucinAsud" - Salice Salentino (LE) 
Associazione "Giovani Menti Attive" - Modugno (BA)
Associazione "Gaia" - Corsaro (LE)
Associazione "Grilli salentini" - Lecce 
Associazione "Ingegneria Senza Frontiere - Bari" - Bari
Associazione "Nuova Messapia" 
Associazione "Pensa Libero" - Bari
Associazione "Sviluppo Sostenibile" - Bari
Associazione "WWF Taranto" – Taranto

Gruppi territoriali
Collettivo "Atenei in Rivolta" 
Collettivo EXIT - Barletta 
Collettivo "Iqbal Masih" - Lecce 
Collettivo "Rivolta il Debito"
"Laboratori Sociali Alchera" - Laterza (TA)
Meetup – Lecce
Meetup 192 – Amici di Beppe Grillo Taranto
Movimento "Il Grillaio" - Altamura (BA)
Movimento Occupy ArcheoTower Taranto
Meetup163 I Grilli - Bari
Missionari Comboniani - Bari
Rete della Conoscenza Puglia


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