SMAT: il Bene non è Comune se la sua gestione non è partecipativa
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- Pubblicato: Lunedì, 04 Novembre 2019 11:49
Nei prossimi giorni il Consiglio di Amministrazione SMAT farà la sintesi dei pareri degli “esperti” sul Piano di Trasformazione di SMAT S.p.A. in azienda di diritto pubblico, e la sottoporrà poi ai Comuni soci SMAT.
Confidiamo che arrivi finalmente a conclusione positiva la “lunga marcia” avviata con la Proposta di Legge d’iniziativa popolare del 2007, tuttora pendente in Parlamento, e con il successivo Referendum del 2011 quando la stragrande maggioranza del popolo italiano ha stabilito che l’acqua è un bene comune da gestire senza scopo di lucro, e quindi con una forma societaria non commerciale come la S.p.A., ma di diritto pubblico.
Lo Statuto della nuova azienda di diritto pubblico deve dirlo chiaramente, e dare a SMAT il Mandato di gestire il SII non come una merce ma come un bene d’uso, da valutare con criteri di utilità non monetari né mercantili a fini di “estrazione di valore”, ma con criteri ispirati a finalità sociali e ambientali di lungo periodo.
Il Mandato al gestore del SII dovrà esplicitamente comprendere misure di contrasto alla crisi climatica, l’eliminazione dello spreco idrico, la progettazione completa delle grandi opere solo da parte di SMAT, anche in funzione del controllo e collaudo dei lavori, il rientro delle esternalizzazioni e la conseguente ricostruzione del Servizio di progettazione interno, la drastica riduzione delle consulenze esterne, l’impegno per realizzare il dettato referendario “senza scopo di lucro” togliendo dalla tariffa la voce “oneri finanziari”, ex “remunerazione del capitale investito” = profitto, abrogata dal Referendum, e decidere l’utilizzo dell’eventuale “avanzo di amministrazione”.
Siamo da sempre consapevoli che nemmeno la trasformazione in Azienda di diritto pubblico basterà a scongiurare il pericolo del “carrozzone”, del clientelismo, della cooptazione, dell’opacità di gestione se non della corruzione. Il solo antidoto a queste piaghe morali e sociali è la partecipazione attiva alla gestione di coloro che usufruiscono del servizio.
Elemento innovativo e qualificante del processo di trasformazione è la
gestione partecipativa
che dà concretezza all’idea di ”bene comune”, affianca il ruolo di governo del SII dei Comuni garantendo la partecipazione dal basso degli utenti e dei lavoratori SMAT, improntata a criteri di solidarietà, equità, tutela dell’ambiente e cura della risorsa naturale per le generazioni future.
Proponiamo quindi l’istituzione dei Garanti del Mandato, organismo composto da
* utenti del SII sorteggiati da una lista (simile a quella dei giudici popolari) con modalità da definire in apposito Regolamento, assicurando la rappresentanza di genere, e da
* lavoratori SMAT designati dalle RSU aziendali, al fine di garantire loro una tutela sindacale rispetto a eventuali condizionamenti aziendali.
I Garanti del Mandato
hanno il compito di informare tempestivamente e coinvolgere effettivamente gli utenti e i lavoratori SMAT nelle principali scelte di gestione del Bene Comune locale, sulla loro coerenza con il Mandato e sulla qualità del servizio erogato. Devono essere compiutamente informati delle scelte che il gestore si accinge ad assumere e sulle quali devono esprimere il loro parere preventivo. Qualora vi ravvisino insufficienze, inadempienze o violazioni del Mandato, i Garanti del Mandato possono rinviare al gestore i relativi provvedimenti, motivando la richiesta di una seconda adozione. Rendono conto del loro operato alla cittadinanza in periodiche assemblee pubbliche.
Il bene non è comune se la sua gestione non è partecipativa
Torino, 31 ottobre 2019
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino