Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Come il Governo intendeva raggirare i referendum

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Nella bozza di decreto legge sulle liberalizzazioni, prima della sua approvazione nel Consiglio dei Ministri del 20 Gennaio, l’attacco al risultato referendario dello scorso giugno era diretto e soprattutto indirizzato verso la possibilità di ripubblicizzazione del servizio idrico.
Con l’art. 20 (“Aziende speciali e istituzioni”), infatti, si attaccava direttamente il risultato ottenuto dal referendum sull’acqua, che, grazie al rimando alla disciplina comunitaria (Sentenza Corte costituzionale 24/2011), aveva reso possibili le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali: si dichiarava infatti che le aziende speciali possono intervenire “per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale” (presupponendo artatamente che il servizio idrico integrato sia tale) e le si assoggetta (anche nella versione definitiva del testo approvato in CdM) per la prima volta al patto di stabilità interno. Un attacco diretto alle esperienze come quella del Comune di Napoli, per fermarla in quel caso, e per evitare il suo proliferare sul territorio nazionale.

 

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