Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

Lettera ai Sindaci dell'ATO cremonese

Comitato_cremoneseEgregio Signor Sindaco,
il Comitato Referendario Provinciale 2 sì per l'Acqua Bene Comune di Cremona le indirizza questa lettera aperta per ribadire la necessità di rendere efficaci e concreti nel nostro territorio i risultati dei referendum nazionali del 12 e 13 giugno nel completo rispetto della volontà dei cittadini che in modo forte e netto si è espressa in quella votazione.
Ventotto milioni diItaliani hanno detto Sìalla gestione pubblica del servizio idrico eSì alla sottrazione del profitto dallagestione del servizio. Non si tratta di unainterpretazione demagogica o estensiva dell'esito referendario:questa lettura del voto referendario è stata riconosciuta eanticipata mesi fa dalla CorteCostituzionale nella sua sentenza diammissione dei quesiti referendari [che le inviamo in allegato]. LaCorte ha infatti riconosciuto che il combinato dei due quesitiammessi porta ad un risultato ben preciso: da una parte la vittoriadel primo quesito fa decadere l'obbligo alla privatizzazione deiservizi pubblici e manda un messaggio forte agli enti locali a favoredella ripubblicizzazione dei servizi contro lascelta della privatizzazione e contro ilricorso alle forme gestionali tipiche del mercato, dall'altra lavittoria del secondo quesito disincentiva fortemente lapartecipazione dei competitori privati alle gare per la gestione delservizio idrico. Se con l'abrogazione totale del 23bis ilriferimento legislativo generale è e rimane quello della ComunitàEuropea (che lascia un'ampia possibilità di scelta dei modelligestionali), alla luce di quanto detto ecco che tra le forme digestione previste in quel ventaglio di possibilità si dovrannoprediligere quelle chenon agiscono con la finalità del profitto ma nell'interessegenerale del servizio ai cittadini, quelle forme che operano quindial di fuori del mercato.Il servizio idrico si configura come servizio d'interesse generalee in quest'ottica la Comunità Europea prevede che leamministrazioni titolari dei servizi pubblici possano autoprodursi imezzi per fornire i servizi alla cittadinanza. Gli enti localipossono così procedere ad affidare direttamente il servizio, maesclusivamente ad entitotalmente pubblici non commerciali, sottoposti al diritto pubblico,con le sole finalità della qualità del servizio e del pareggio dibilancio.

Il quadronazionale post-referendario ècontraddittorio, presentando da una parte il ritorno sui tavoli dellacommissione ambiente del Parlamento della propostadi legge di iniziativa popolarepresentata nel 2007 (forte di più di 400.000 firme di cittadiniitaliani) e dall'altra una manovraeconomico-finanziaria che, pur dichiarando dinon coinvolgere il servizio idrico integrato, punta alla dismissionedi ogni altro bene e servizio pubblico. Difficile immaginare che lasalvaguardia formale dell'acqua riesca a reggere di fronte a unasimile pesante offensiva del mercato.

Da questi risultati, daquesta situazione sul campo e da questi presupposti occorre partireper giungere, con un percorso oculato, partecipato e il piùcondiviso possibile, alla completa pubblicizzazione del servizioanche nella nostra provincia.

Primo indispensabile passoverso la realizzazione della piena uscita del servizio idrico dalmercato è la messa in mora della leggeregionale: tutte le province lombarde stannoufficiosamente evitando di applicarla oppure — cosa ancor piùsignificativa — hanno deliberato ufficialmente di sospenderlaevitando la costituzione degli uffici d'ambito (così Pavia, Lodi,Lecco, Monza, Como e Mantova) almeno sino ad ottobre, quando la CorteCostituzionale emetterà forse la sentenza sul ricorsodel governo contro la legge stessa. Solol'Amministrazione Provinciale di Cremona ha già effettuato neimesi scorsi una insensata accelerazione in avanti e sta tuttoraprocedendo testardamente nella sua applicazione, trincerandosi dietrolo spauracchio del commissariamento, ipotesi che nell'evidenza diuna intera regione inadempiente perde di ogni credibilità, a menoche non si pensi che la Regione Lombardia vada a commissariare tuttele sue province.

Per questo e per i passisuccessivi del percorso è necessario che tutti i soggetti cooperinoe forniscano la spinta, l'aiuto e la competenza che sono propri aciascuno di essi. Dalla sostanziale revisione o riscrittura dellalegge regionalevigente occorrerà far scaturire un recupero forte della centralitàdel ruolo dei sindaci,pretendendo contemporaneamente un ritorno sulla scena delfinanziamento stataleper le reti dei servizi indispensabili al vivere civile, in lineaanche con quanto stabilito un anno fa dalle NazioniUnite.

I movimenti hannodimostrato di essere in grado, grazie all'impegno e allapartecipazione informata di tutti i cittadini, di determinarecambiamenti, cambiamenti che il corpo elettorale italiano ha non soloconfermato, ma statuito con una maggioranza assoluta di consensi,avvenimento con pochi precedenti nella storia della nazione. ComeComitato Referendario Provinciale restiamo a disposizione per unincontro nel quale approfondire i temi sopra abbozzati e delinearepossibili future iniziative di comune interesse. Noi interpretiamoinfatti la nuova fase che i referendum hanno aperto non come unavittoria dei movimenti contro la politica bensì come un'occasionepreziosa per iniziare a fare dialogare questi due soggetti, entrambiimpegnati a favore del bene comune.

Sarà nostra cura tenerlainformata nelle prossime settimane delle tante iniziative che sia alivello provinciale che regionale e nazionale saranno organizzate sultema della gestione dei servizi idrici.

A presto

per il Comitato referendario provinciale cremonese "2 Sì per l'acquabene comune"
Giampiero Carotti

Cremona, 22 agosto 2011

 

Comitato "L'acqua non si vende": referendumacqua@fastpiu.it

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