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Ecco cosa succede a Ragusa

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L'assemblea dei sindaci ha stabilito quanto ci costerà in provincia di Ragusa aprire il rubinetto e le (amare) sorprese non mancano. Senza troppo clamore, l’assemblea dei sindaci ha fissato, nei giorni scorsi, le nuove tariffe sul servizio idrico. Saranno le tariffe che applicherà la società pubblica, cui l’Ato idrico affiderà il servizio.

Per quanti hanno sostenuto la campagna per l’acqua pubblica e stanno ancora correndo a firmare per i referendum si tratta di un brusco ritorno alla realtà. La tariffa che sarà applicata in provincia di Ragusa è, infatti, di 1.16 euro al metro cubo più Iva, ovvero 1.39 euro al metro cubo.
Ciò vuol dire che una famiglia, che ha un consumo medio di 150 metri cubi l'anno, dovrà pagare circa 208 euro di tariffa. Oggi, il tributo più caro è quello di Chiaramonte Gulfi (185 euro l'anno). Per i cittadini di Pozzallo (che oggi pagano in media, sempre calcolando un consumo di 150 metri cubi, 117 euro), l'aumento sulla bolletta sarà di circa il 60 per cento. Diverso ancora è il caso di Vittoria che, comune unico nel panorama provinciale, prevede oggi tariffe a forfeit, non essendo le abitazioni munite di contatore. Un nucleo familiare di tre persone paga 224 euro (la tassa, in assoluto, più alta della provincia).
L'aumento nella bolletta – spiegano all’Ato idrico – è da considerare inevitabile, perché la tariffa dovrà coprire il 100 per cento delle spese, compresi gli investimenti che si andranno a effettuare. Oggi, i tributi dei comuni coprono l'80 per cento dei costi e gli investimenti sono realizzati con altri capitoli di bilancio delle amministrazioni. Anche per questo, le tariffe sono destinate a salire e i tagli che i governi nazionale e regionale praticano sulle risorse destinate agli enti locali rendono difficile prevedere che i comuni possano intervenire con risorse proprie per abbattere la tariffa.
La tassa pagata oggi dai cittadini si compone di tre o quattro voci: quota fissa (o "tassa sul contatore") non applicata, però, da tutti i comuni; consumi idrici (per lo più applicata a scaglioni, secondo i consumi); canone di fognatura e canone di depurazione.
Prendendo in considerazione i bilanci approvati dai dodici comuni nel 2009, è possibile verificare i costi che si pagano i cittadini della provincia di Ragusa. Considerando un consumo medio di 150 metri cubi l'anno, si pagano 185 euro a Chiaramonte Gulfi, 182 a Santa Croce Camerina (unico comune nel quale la rete idrica è gestita da una società privata), 167 a Modica e Comiso, 165 a Ragusa, 130 a Monterosso Almo, 125 a Giarratana, 121 a Scicli, 118 a Ispica, 117 a Pozzallo. A Vittoria, come detto, un nucleo familiare di una persona paga 197 euro l'anno, una famiglia di due o tre persone 224 euro, una famiglia di quattro o più persone 254 euro. Acate non è presa in considerazione perché l’acqua che sgorga dai rubinetti non è potabile.
Un riferimento utile per interpretare questi dati può essere quello di Santa Croce Camerina il cui servizio idrico è gestito da una società privata, la «Mediale». I cittadini hanno pagato, nel 2009, per un consumo di 150 metri cubi, una tassa di 182 euro l'anno. Questa somma è già calcolata, considerando una copertura del 100 per cento dei costi di gestione e l'inevitabile profitto del gestore privato. Con l'acqua "pubblica" dell'Ato idrico, a Santa Croce Camerina si pagherebbero 208 euro. Ovvero l'acqua "privata" è meno cara di quella della società "pubblica".
Alessandro Bongiorno Insieme n. 510 del 18 luglio 2010

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