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Trasferite tonnellate di Arsenico con le ceneri di pirite, commercializzate senza prescrizioni

arsenico-nella-falda-chiusa-discarica-bariLa Nuova Solmine Spa di Scarlino, produttrice di acido solforico, negli ultimi anni ha trasferito un milione e mezzo di tonnellate di ceneri di pirite in altri luoghi d’Italia. Tale rifiuto è pericoloso, perchè capace di cedere, se lasciato sotto la pioggia in ambiente umido e leggermente acido, come nel sito Gr 66, diversi metalli tossici e nocivi, tra cui arsenico. Poichè è stato ceduto non come rifiuto, ma come materiale liberamente commerciabile, quindi senza prescrizioni, è necessario  sapere con urgenza dove è stato collocato, per evitare che rilasci altro arsenico nell’ambiente.

L’arsenico è elemento cancerogeno di I^ classe, secondo lo IARC, e ne sono sufficienti 10 microgrammi per rendere un litro d’acqua non potabile; una tonnellata di arsenico rende non bevibile 100 milioni di metri cubi di acqua, mentre con quelle ceneri sono state trasferite centinaia di tonnellate di arsenico. Le  acque di falda, che transitano oggi sotto il deposito di ceneri al Casone di Scarlino, ricevono costantemente arsenico e l’ARPAT vi ha  registrano recentemente un dato medio di oltre  mille microgrammi per litro, cento volte i limiti di legge.

Gli Ispettori del Ministero dell’Ambiente, dopo anni di incredibili  rinvii e proroghe, hanno segnalato il caso alla Procura della Repubblica di Grosseto. Poichè erano state registrate anche altre inadempienze di interesse locale e nessuno ne aveva dato notizia, lo abbiamo comunicato alla stampa il 27 agosto scorso, come riportato da La Nazione del giorno successivo. Il quotidiano Il Tirreno del 28 agosto, oltre a fare un un resoconto dettagliato delle nostre segnalazioni, riporta anche le critiche fatte agli amministratori (secondo articolo de Il Tirreno), che pur avendo l’obbligo di imporre alla Nuova Solmine la bonifica dei siti oggetto del deposito delle ceneri, avevano taciuto il fatto che il gestore trasferiva altrove quei rifiuti senza  autorizzazioni.

Il quotidiano La Repubblica del 28 agosto, che non riporta in modo esauriente la nostra prima denuncia di cui allego Pdf, pubblica le argomentazioni difensive del Presidente della Soc. Nuova Solmine ing. Mansi, padre di Antonella Mansi, da poco dimessasi dalla  presidenza della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena.

Le reazioni scomposte di alcuni  amministratori locali, che ci hanno accusato di alzare polveroni e fare solo allarmismi, le notizie diffuse dalla Stampa che il Ministero dovrebbe decidere entro il mese di settembre e che la Procura di Grosseto avrebbe dato un incarico a dei Consulenti per stabilire la natura delle ceneri di pirite, ci hanno convinto della necessità di comunicare l’esistenza di molti documenti importanti, che già hanno accertato che le ceneri di pirite di Scarlino sono rifiuti pericolosi come riporta correttamente La Nazione.

Infatti tali documenti consentono di smentire quanto oggi sostiene la N.Solmine e di inquadrare correttamente la vicenda  e, in particolare lo consentono tre Consulenze Tecniche, già in possesso della Procura, perchè prodotte in precedenti procedimenti penali. Quindi abbiamo deciso  di  distribuire i documenti in una seconda conferenza stampa, documentata anche da Il Tirreno del 4 settembre, al fine di accelerare i tempi ed evitare il ripetersi  di quello che un magistrato di Grosseto già  definì uno “scellerato progetto” come riportato nella relazione (in Pdf) consegnata alla stampa ed alle Autorità.

Il Tirreno del 5 settembre riporta la seguente affermazione della Procura: “Mansi – e solo lui – sarebbe stato rinviato a giudizio, con udienza già fissata per metà ottobre”, ma la contemporanea  pretesa degli amministratori locali, di voler essere considerati sempre  attenti e osservanti delle leggi, ha provocato una nostra ennesima replica pubblicata da Qui Grosseto.

Articolo di Roberto Barocci

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