Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

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Pianeta acqua


In tutto il pianeta è stata dichiarata una vera e propria guerra all'acqua, elemento fondamentale per la vita:

 

  • la guerra delle monocolture dell'agrobusiness globale, idroesigenti e distruttive di biodiversità;

  • la guerra di un modello economico globalizzato fondato sul dogma della crescita infinita, che si basa su una crescita insostenibile nell'uso e nella contaminazione di acqua dolce;

  • la guerra dell'industria estrattiva e delle miniere che inquinano, deviano, sovrautilizzano e mettono in pericolo le riserve di acqua dolce;

  • lo sfruttamento irrazionale della risorsa che non tiene conto di modelli di gestione più sostenibili e che scarica gli effetti negativi dei consumi sulle fasce deboli della popolazione e sui territori del sud del mondo;

  • infine la privatizzazione e commercializzazione dell'acqua che apre un bene comune alle logiche di mercato.

 

Queste scelte hanno un impatto fortemente negativo sul naturale ciclo dell'acqua e contribuiscono al disordine climatico che, a sua volta, aggrava i problemi di scarsità dell'acqua in molte aree del pianeta.


Ma l'acqua e l'intero ecosistema globale sono oggi in pericolo anche a causa delle false soluzioni al cambiamento climatico, quali il nucleare, gli agrocombustibili o le grandi dighe e – in alcuni casi – anche gli impianti minori per la produzione di energia.


Al contrario, scelte chiare, socialmente eque e condivise di conservazione e protezione delle risorse idriche e del naturale ciclo idrologico a livello globale e locale, sono fondamentali visto che il nostro ambiente, la nostra salute, il futuro dell'umanità dipendono largamente dall'acqua e dalla conservazione del suo ciclo naturale.

Tali soluzioni non si ottengono con la messa “sul mercato” dell'acqua o dell'aria, con diritti di emissione dei gas climalteranti, né con la mercificazione dell'ambiente più in generale, ma con la riappropriazione democratica e partecipativa delle scelte produttive che influiscono sull'utilizzo e sulla gestione di queste risorse naturali.

 

L’acqua, come l’aria che respiriamo, infatti, dipende da cicli naturali: la sua qualità è perciò strettamente collegata alla conservazione dell’ambiente ed alla prevenzione di ogni forma di inquinamento.

Conservazione e prevenzione che abbisognano di strutture e finanziamenti pubblici che pensino al bene comune fuori da logiche, tempistiche e tecnologie idrovore e non democratiche del mercato.

Logiche mercantili che , tra l’altro, escludono strutturalmente una democrazia partecipata e responsabile dei cittadini e delle comunità territoriali alla gestione oculata ed efficace del bene acqua.

 

Per tutto questo a livello globale è necessario contrastare il ruolo del Consiglio Mondiale dell’Acqua organismo internazionale diretto dalle multinazionali dell’acqua che chiama a raccolta ogni tre anni i poteri pubblici ed elettivi locali, nazionali ed internazionali ed anche il mondo delle Ong alla definizione delle linee di governo mondiale dell’acqua al di fuori da ogni potere democratico. Un governo mondiale organizzato in modo privatistico di un bene comune ed essenziale della vita.

A tutto questo si oppone un sempre più forte ed articolato movimento mondiale che ha contestato contenuti e legittimità del Consiglio Mondiale dell’acqua.

Movimento che a partire da contro vertice di Città del Messico nel 1996, ai Fori Sociali di Caracas, Nairobi, Belem e da ultimo dal contro-vertice di Istanbul nel 2009 ha elaborato linguaggi, contenuti, piattaforme ed anche convergenze sociali ed istituzionali che stanno incidendo nella agenda politica mondiale tanto da arrivare a determinare il voto favorevole dell’Onu sull’Acqua Diritto Umano.

Movimento mondiale dell’acqua che sta via via connettendo in progetti ed azioni comuni alleanze sociali globali inedite e senza forzature organizzative a partire dal collegamento stretto tra l’acqua, il cibo, la terra ed il clima e tra queste e la realtà sociale di resistenza alle disastrose conseguenze della crisi del modello neo-liberista.

 

Nella stessa Europa, nonostante le difficoltà, diverse reti di forze ed azioni comuni stanno aprendo delle possibilità nuove. La Rete Europea per l’Acqua pubblica fondata a Malmö nel 2008, con l’importante contributo di diverse organizzazioni italiane, ne è un altro esempio anche se non ha mai decollato nonostante le motivazioni e le esigenze che hanno stimolato il suo lancio sarebbero tutt’ora in gran parte valide. Ma lo dimostrano ancor di più le ripubblicizzazioni a Parigi o in Andalusia , l’impegno del sindacalismo europeo verso il tema, il successo della campagna referendaria in Italia.

Lotte e conquiste che troveranno un nuovo e forte momento di unificazione e contestazione a Marsiglia nella primavera del 2012 quando si riunirà ancora una volta il Consiglio Mondiale delle multinazionali dell’acqua.

Se il piano internazionale e globale è il quadro di riferimento fondamentale per tutti noi contemporaneamente dobbiamo utilizzare le stesse acquisizioni europee e mondiali per la nostra campagna referendaria così da contrastare le posizioni che tentato di impedire il referendum e la ripubblicizzazione (utile sarebbe un tour di amministratori europei che dimostrino l’inesistenza di una obbligatorietà europea verso la privatizzazione).

 


In conclusione, all'interno del gruppo di lavoro, discuteremo, nella prima parte, del ciclo dell'acqua approfondendo la necessità di una sensibilizzazione e mobilitazione contro ogni uso distorto e mercantile delle risorse idriche e le ricadute ambientali.

Nella seconda parte ci confronteremo sull'avvicinarsi del vertice di Cancun prima, di quello del Foro Sociale Mondiale di Dakar e del controvertice di Marsiglia dopo, delle mobilitazioni proposte a livello nazionale e nei territori su questi temi, della situazione europea e del collegamento tra le lotte del movimento per l'acqua pubblica e le diverse mobilitazioni sui territori contro gli attacchi all'ambiente ed ai beni comuni.


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