Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua

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Il governo e la gestione pubblica partecipata come nuovo modello per il servizio idrico



I Sessione ore 14- 16,30

Mercato o democrazia: la nuova via del pubblico partecipativo contro la privatizzazione e oltre il pubblico statalista, per l’affermazione della legalità e della giustizia sociale contro tutte le mafie

La gestione pubblica del servizio idrico non è semplicemente una questione che riguardi la natura del soggetto gestore, ma attiene in primo luogo alla sovranità popolare e alla democrazia. Affidare a un privato questa gestione sulla base di una discriminante prevalentemente economica, ovvero sulla base di una gara, significa cedere a questo privato la sovranità di fatto su di un bene primario e un diritto umano inalienabile come l’acqua, espropriandone in tal modo i cittadini ed i relativi organi rappresentativi.

Contrapporre la gestione pubblica alla privatizzazione in atto non significa, dunque, auspicare semplicemente un ritorno ad un passato spesso poco (o per nulla) edificante, ma significa porre la questione di chi, come e attraverso quali strumenti possa determinare le condizioni per le quali le scelte sul governo della risorsa, sulla sua preservazione, sugli investimenti necessari, sulle relative tempistiche, e anche sulla ripartizione dei costi, siano sottratte alle logiche del mercato per essere affidate effettivamente alla politica, intesa come architettura del vivere comune determinata dalla stessa comunità. Parlare di pubblico partecipativo, significa allora interrogarsi anche sulle “formule” e le “architetture istituzionali” possibili, consapevoli, comunque, che l’obiettivo della costruzione di un reale processo democratico o procede dal basso o non è, e che deve vedere come attori gli stessi cittadini, uscendo dalla logica della delega basata solo su un controllo esclusivamente a posteriori.

In questo senso le stesse vertenze che sui territori vedono protagonisti i comitati del Forum, costituiscono importanti indicazioni e prodromi di reali processi partecipativi. E’ da questi che bisogna partire nel ragionamento per la costruzione del nostro modello partecipativo, oltre che dallo studio e dalla valutazione di modelli già sperimentati in Europa (Cordoba, Grenoble, ecc.) e nel resto del mondo (Porto Alegre in Brasile, Cochabamba in Bolivia, ecc.).

Compito di questa sessione di lavoro è anche quello di interrogarsi su come mettiamo concretamente in campo un’azione di contrasto ai poteri forti e agli interessi politico-finanziari (di cui mafie e criminalità organizzata rappresentano articolazioni caratterizzanti la loro presenza nel territorio e nelle istituzioni), che sappiamo da sempre interessate all’appropriazione della risorsa acqua e del servizio idrico come fonte di potere e profitto. È solo attraverso la partecipazione e il protagonismo dei cittadini che diviene possibile rendersi conto dei giochi di potere e “smascherarli” per l’affermazione della legalità e della giustizia sociale.



II Sessione ore 17-19,30

Finanziamento del Servizio Idrico: ma da dove escono le risorse?

La questione degli investimenti del servizio idrico è tema di grande rilevanza. I dati esistenti parlano di circa 2 mld. di euro all'anno necessari in Italia per i prossimi 20-30 anni per interventi di manutenzione straordinaria e nuove opere. La necessità del reperimento di queste risorse si presenta comunque, con tutte le relative condizioni e i relativi costi, sia che avvenga ad opera del privato, sul mercato finanziario, e sia che si ricorra agli strumenti di finanza pubblica. A questo proposito la realtà ormai conclamata è che non solo la privatizzazione del servizio idrico ha determinato un vero e proprio crollo degli investimenti, passati dalla cifra equivalente di circa 2 mld. di euro l’anno dei primi anni '90 a circa 6- 700 milioni annui dal 2000 ad oggi, ma che il meccanismo di affidare unicamente alla tariffa il finanziamento del servizio idrico, e cioè costi di gestione, investimenti e remunerazione del capitale (il famoso 7% che chiediamo di abrogare con il terzo referendum) non funziona, a meno di prevedere incrementi tariffari assolutamente insostenibili, ben più forti di quelli già prodottisi in questi ultimi anni. Analizzare questi dati, che da soli evidenziano il fallimento del meccanismo del full recovery cost, con la lente della Proposta di legge d'iniziativa popolare del Forum italiano dei movimenti per l'acqua (ricorso alla fiscalità generale; 50 litri gratuiti per abitante, etc.), impone una riflessione sull'esigenza di una nuova finanza pubblica (a partire dal ruolo della Cassa depositi e prestiti, oggi attore privato e speculativo al pari dei grandi istituti di credito), individuando enti e modalità di reperimento del capitale necessario a realizzare gli investimenti, in un modello di gestione pubblica e partecipata. Ciò rappresenta un punto strategico per affermare la nostra impostazione in contrapposizione agli effettivi e conclamati effetti del finanziamento fondato sul ricorso al credito privato e al mercato finanziario. La sessione di lavoro è finalizzata a sviluppare una prima discussione attorno al tema di quali strumenti di finanza pubblica e di fiscalità generale è possibile mettere in campo per sostenere una nuova fase di investimenti pubblici e la ripubblicizzazione del servizio idrico. Ciò anche come premessa per poi costruire in modo compiuto una vera e propria proposta da avanzare anche nel corso della discussione che si produrrà nella campagna referendaria, magari in una contrapposizione comparativa ai modelli privatistici.

 

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